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ViceAdv, comunicare è la nostra sfida

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. È così che dice quel detto, no?
In ogni caso, la frase fa al caso nostro.

È un periodo in cui l’economia non va a gonfie vele. La chiamano crisi economica, in Italia e all’estero non si parla di altro. E questa crisi economica sta cambiando radicalmente non solo il mercato ma anche le nostre abitudini, comportando di conseguenza altri tipi di crisi, ad ognuno la sua: gli umanisti parlerebbero di crisi dell’individuo, i filosofi di crisi della soggettività, gli psicologi di crisi dell’Io, e ancora crisi ambientale, crisi politica, crisi della fede. Insomma, una crisi totale.
Crisi. Se una parola la ripeti decine di volte ad alta voce rischia di perdere il significato. Ma una parola non è soltanto un suono o una sequenza di lettere. Una parola, qualsiasi essa sia, ha un peso. E il peso della parola crisi, negli ultimi anni, è diventato talmente imponente da costringere aziende a licenziamenti di massa, ad un ridimensionamento degli investimenti, ad un azzeramento delle assunzioni, senza dimenticare una pressione fiscale senza precedenti. E la fuga dei nostri migliori cervelli verso nazioni meno o ugualmente belle alla nostra ma con un tasso di disoccupazione più basso.
Lasciare il proprio paese, la propria famiglia, i propri amici soltanto per lavorare.
Restare o partire? Non è una necessità, è una scelta.
Noi abbiamo scelto di restare, puntando sulla nostra attenta analisi del presente e del mercato, puntando sulle nostre capacità.
ViceAdv nasce proprio dall’incontro tra una matura e aggiornata gestione aziendale e professionalità creativa allo stato puro. E qualcuno potrebbe dire – e in realtà già l’hanno fatto: “Investire proprio in questo periodo di crisi?”. La risposta è sì. Anche perché, nonostante la crisi, il mercato è sempre una torta della quale poter conquistare la propria fetta, almeno fino a quando non ne rimangono solo le briciole.
Ma non è arrivato ancora quel momento. Per fare della spicciola Macro e Microeconomia, i soldi che girano nel mercato della comunicazione sono sempre gli stessi, ciò che mette in crisi il mercato è l’aumento degli addetti ai lavori, si corre il rischio che il mercato si saturi e allora ecco che gli introiti destinati ad ogni agenzia diminuiscono sempre di più determinando passi falsi e fallimenti. Il quadro della situazione vede i colossi della pubblicità che rimangono sempre colossi, le giovani aziende che investono crescere esponenzialmente e i dinosauri che vanno verso l’estinzione, perché incapaci per affrontare questo cambio di tendenza.
Per tornare a bomba, ad ognuno la propria crisi.
Tra i colossi e i dinosari, c’è anche chi, della crisi, ne fa un’opportunità.

 

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